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Il procedimento denominato Project Mirror Intelligence – elaborato dal gruppo Tusci@network – ha l’obiettivo di fornire al navigatore una selezione ragionata di informazioni di natura economico–statistica in grado di riflettere la situazione contingente del “Sistema–Italia”.

L’Instant Book “Start PMI” ha cadenza mensile. I dati contenuti in questo numero sono aggiornati al 31/5/2021.

Autori:

– Riccardo Cerulli

– Francesco Cacchiarelli

INDICE

  1. Relazione annuale (sintesi) – Banca d’Italia – 31 maggio 2021
  2. Sovranità Tecnologica (paper) – Centro Economia Digitale – marzo 2021
  3. I fondi di private debt: un percorso per il mercato – AIFI – febbraio 2021
  4. Aggiornamento sugli andamenti economici e monetari (estratto Bollettino economico n. 3/2021) – BCE – 6 maggio 2021
  5. Finanza per lo Sviluppo Sostenibile (Position Paper 2020) – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ottobre 2020
  6. Supporto all’internazionalizzazione: i servizi del portale export.gov.it (Comunicato stampa) – Unioncamere – 12 maggio 2021
  7. Fiducia dei consumatori e delle imprese – ISTAT – 27 maggio 2021

ESTRATTO

5. Finanza per lo Sviluppo Sostenibile (Position Paper 2020) – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ottobre 2020

1. INTRODUZIONE: COS’È LA FINANZA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE?

Il perimetro d’analisi del Gruppo di Lavoro è costituito dalla finanza per lo sviluppo sostenibile, vale a dire dal complesso di attori, strategie, strumenti, prodotti e, in generale, dalle iniziative finanziarie che contribuiscono al raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Lo scopo della finanza per lo sviluppo sostenibile è indirizzare risorse finanziarie pubbliche e private verso settori, progetti e iniziative funzionali alla transizione dell’economia verso modelli più sostenibili, ovvero più inclusivi e a ridotto impatto sull’ambiente.
Più in dettaglio, la finanza per lo sviluppo sostenibile è orientata alla generazione di impatti po- sitivi per la società, accanto al rendimento per gli investitori; pertanto, persegue il miglioramento delle condizioni sociali, culturali ed economiche delle comunità, dei cittadini, delle imprese e delle associazioni, promuovendo lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile dei territori.
Nell’ambito della finanza per lo sviluppo sostenibile rientrano soggetti finanziari, prodotti e strategie d’investimento caratterizzati da due elementi:
l’obiettivo di finanziare società, settori pro- duttivi e iniziative che consentono di conseguire uno o più Target dell’Agenda 2030;

una strategia che implica l’integrazione degli SDGs nella selezione dei titoli o dei settori verso i quali indirizzare le scelte d’investimento.
Inoltre, la finanza agganciata a Obiettivi di sviluppo sostenibile potrebbe collegarsi alla misurazione degli impatti ambientali e sociali generati dagli investimenti: gli SDGs possono costituire indicatori efficaci per questa operazione.
In altre parole, “finanza per lo sviluppo sostenibile” include soggetti, strategie, prodotti per cui l’Agenda 2030 costituisce la risposta a due quesiti: “cosa finanziare?”, “come finanziare?”.
Il perimetro comprende:
Istituzioni pubbliche ed enti di finanza pub- blica (es: Stati, Regioni e finanziarie regionali, Comuni, Città Metropolitane);

investitori istituzionali (es. banche, imprese assicuratrici, asset manager, gestori di risparmio previdenziale e di medio-lungo termine, Fondazioni di origine bancaria);

altre società o soggetti specializzati nel- l’analisi, nella consulenza, nella valutazione degli aspetti di sostenibilità nelle attività fi- nanziarie (es. analisti finanziari, consulenti fi- nanziari, società di rating, società di ricerca e analisi dei dati, enti di normazione, index provider, ecc.);

Enti di Terzo Settore e no profit;

investitori retail.
Queste tipologie di soggetti possono adottare l’Agenda 2030 come strumento di valutazione degli aspetti ambientali e sociali che una deter- minata scelta finanziaria può favorire, oppure compromettere (“l’obiettivo”).
Inoltre, nell’ambito del processo d’investimento (“la strategia”) gli indicatori dei 17 SDGs permettono:
ex-ante di individuare e selezionare i titoli, i progetti o i prodotti che contribuiscono allo sviluppo sostenibile;

ex-post di misurare gli impatti negativi e/o positivi prodotti, fornendo preziose indicazioni su come orientare le scelte future.
Per esempio, un fondo d’investimento tematico con un portafoglio di titoli di società attive nel- l’ambito dell’economia circolare fa riferimento a molteplici SDGs (es: Goal 9, 12, 13) come obiet- tivo d’investimento, come strategia di selezione dei titoli e come strumento di misurazione degli impatti.
Negli ultimi anni, soprattutto a partire dal- l’adozione dell’Agenda 2030 e dalla sottoscrizione dell’Accordo di Parigi nel 2015, l’integrazione degli SDGs – e, più in generale, di considerazioni di sostenibilità ambientale e sociale – negli obiettivi e nelle strategie d’investimento è una pratica sempre più diffusa. Questa tendenza è determinata da una crescita di consapevolezza dei governi e degli investitori sulla rilevanza finanziaria dei temi di sostenibilità e sul ruolo centrale dei mercati dei capitali nel sostenere una crescita economica inclusiva e a basso impatto ambientale. Inoltre, i risparmiatori sono sempre più interessati ad allineare le scelte finanziarie con i propri valori o con i temi ambientali e sociali ritenuti importanti.
L’interesse di governi, regolatori, operatori fi- nanziari e risparmiatori si è focalizzato preva- lentemente sui temi ambientali, anche per effetto dell’attenzione suscitata da convenzioni internazionali come l’Accordo di Parigi e da altre iniziative come l’enciclica Laudato Si’. Per gli operatori finanziari i temi ambientali possono essere integrati nelle strategie d’inve- stimento con maggiore facilità rispetto a quelli sociali: fattori come le emissioni di CO2 sono più agevoli da misurare e da esprimere in termini quantitativi; di conseguenza, anche le performance di diverse società risultano più comparabili. Anche gli interventi normativi e di policy proposti dalla Commissione Europea si concentrano sull’obiettivo di indirizzare investimenti verso progetti allineati agli obiettivi ambientali e climatici dell’UE.
Ciononostante, attori, strategie e prodotti di finanza per lo sviluppo sostenibile considerano le dimensioni ambientale e sociale come profondamente interconnesse: infatti, fenomeni come il cambiamento climatico producono effetti di carattere sia ambientale (es: maggior frequenza e intensità dei fenomeni atmosferici estremi, siccità, inondazioni ecc.), sia sociale (es: migranti climatici, aumento della povertà e delle tensioni sociali generate da carestie e carenza di risorse primarie).
In quest’ottica l’azione della finanza per lo sviluppo sostenibile è innervata dal concetto della Giusta Transizione, secondo la quale il passaggio a un’economia priva d’impatto sull’ambiente richiede il sostegno alle aree, ai settori e ai soggetti che risultano più esposti e vulnerabili al cambiamento (es: società attive nell’ambito dei combustibili fossili).
La finanza, inoltre, presenta prospettive speci- fiche di espressione degli impatti che la sua attività di impresa riflette sul sistema sociale nel suo complesso e sul benessere degli operatori in termini di sostenibilità. È un settore che più di altri vive di fiducia e di asimmetrie informative che caratterizzano le sue relazioni e le transazioni dirette/indirette che presidia. In specifico, per quanto riguarda la finanza sostenibile, trattandosi di un settore ancora innovativo, si riscontrano alcuni gap in termini di omogeneità di definizioni, termini e strumenti tra i diversi soggetti attivi. Le istituzioni europee stanno svolgendo a questo proposito un’importante attività di regolamentazione e di policy per introdurre criteri e definizioni condivisi nell’ambito della finanza sostenibile; anche gli enti di normazione possono contribuire a dare regole chiare e incanalare la finanza sostenibile all’interno di una modalità coerente di sviluppo.
All’interno del perimetro sin qui delineato emergono due temi fondamentali:
la finanza pubblica per lo sviluppo sostenibile;

la finanza sostenibile per il retail.
Su questi due aspetti si concentrano l’analisi e le attività del Gruppo di Lavoro: questi temi sa- ranno approfonditi rispettivamente al punto 3 e 4 di questo Position Paper.