PMI News gennaio 2015 area economica

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Il procedimento denominato Project Mirror Intelligence – elaborato dal gruppo Tusci@network – ha l’obiettivo di fornire al navigatore una selezione ragionata di informazioni di natura economico–statistica in grado di riflettere la situazione contingente del “Sistema–Italia”.

L’Instant Book PMI News ha cadenza mensile.
I dati contenuti in questo numero sono aggiornati al 31/1/2015.

Autori:

 

INDICE

1. Indagine produzione industriale Confindustria dicembre 2014

2. Congiuntura consumi e prezzi Confcommercio gennaio 2015

3. ABI earthly Outlook gennaio 2015

4. I programmi occupazionali delle imprese I trimestre 2015 – Unioncamere

5. Report mensile Confindustria – gennaio 2015

6. Analisi statistiche INAIL gennaio 2015

7. Osservatorio Prezzi e consumi dicembre 2015

8. Report Consumi e Prezzi Confcommercio febbraio 2015

 

Estratto

4. I programmi occupazionali delle imprese I trimestre 2015 – Unioncamere
Anche se per taluni aspetti le previsioni sulla domanda di lavoro nel 1° trimestre hanno carattere interlocutorio (in particolare per le tipologie e le forme contrattuali da adottare), in termini quantitativi aggregati esse confermano e rafforzano gli spunti di ripresa osservati nei trimestri precedenti.
Le entrate totali (in cui si bilanciano i fattori stagionali di segno opposto, negativi per le assunzioni, positivi per i contratti atipici), sfiorano le 209.700 unità, aumentando del 21% su base trimestrale e del 13,4% su base annua.
Quest’ultima, in particolare è la quarta e più accentuata variazione consecutiva in aumento. Si attenua invece, positivamente, la dinamica delle uscite (superiori appena dell’1% a quelle del 1° trimestre 2014), e di ciò beneficia il saldo fra entrate e uscite, positivo per quasi 8.400 unità (da -14.500 circa dello scorso anno).
Si tratta però di un valore fortemente influenzato dalla stagionalità, al netto della quale il saldo sarebbe ancora negativo sebbene dimezzato rispetto a quello dello scorso anno.
Il secondo elemento di notevole interesse è che il rafforzamento della domanda di lavoro è trainato soprattutto dall’industria, dove le entrate previste registrano un aumento tendenziale del 14,7% superiore di circa 2 punti a quello dei servizi.
Ciò si riflette soprattutto sulle assunzioni di figure operaie (+16,9% su base annua), ma anche quelle di tecnici e impiegati di alta specializzazione (+13,3 e +19,2%), al contrario di quelle relative alle professioni intermedie del commercio e dei servizi, in calo del 5,3%.
In questa sezione del bollettino viene tracciato un breve excursus sull’andamento congiunturale dell’economia italiana, al fine di facilitare l’analisi delle assunzioni previste nel 1° trimestre 2015 dalle imprese private dell’industria e dei servizi, quali risultano dall’indagine trimestrale Excelsior.
Nello specifico, vengono qui presentati i principali indicatori a carattere macro-economico e quelli più strettamente inerenti all’evoluzione del mercato del lavoro a livello nazionale; tra questi, l’andamento della Cassa Integrazione Guadagni, che in molti casi condiziona la domanda di lavoro dichiarata dalle imprese intervistate nell’indagine Excelsior.

CENNI SULLA CONGIUNTURA ECONOMICA
A ritmi modesti, ma pur sempre negativi, negli ultimi mesi del 2014 la recessione dell’economia italiana non si è arrestata e le previsioni di crescita sono rimandate all’inizio e del 2015.
Anche nel terzo trimestre la spesa delle famiglie ha segnato un nuovo leggero miglioramento (il quinto consecutivo) annullato però da una nuova riduzione degli investimenti, che procede ininterrottamente dall’inizio del 2011.
Ne’ trovano slancio le esportazioni, che risentono soprattutto della debolezze delle economie europee, del rallentamento della crescita nei paesi emergenti e, per taluni settori, del blocco delle importazioni che la Russia sta attuando in risposta alle sanzioni applicate nei suoi confronti.
Solo l’economia americana procede speditamente, ma l’azione di traino, in particolare nei confronti di quelle europee, tarda a manifestarsi. Queste potranno beneficiare della riduzione dei prezzi del greggio (che a fine anno sono praticamente dimezzati rispetto ai mesi estivi) sia di cambi dell’euro più favor voli alle esportazioni, ma la spinta che potrà derivarne sarà comunque modesta.
L’Europa, salvo rare eccezioni, resta quindi il “grande malato” tra le economie internazionali, tanto che la stessa Germania, pur nella posizione più favorevole, ne risulta “contagiata”.
In Italia nel 3° trimestre il valore aggiunto si è ridotto in quasi tutti i settori, ma in modo particolare nelle costruzioni (-1,1%) e nell’industria manifatturiera (-0,6%). È invece rimasto stabile nei servizi, grazie però solo al comparto del credito e dei servizi professionali (+0,1%), mentre è calato, leggermente ma ininterrottamente, nel commercio e negli altri servizi.
La produzione industriale, che da fine 2013 ha iniziato una fase discendente, alterna mesi in flessione e mesi in leggera risalita: il risultato, da gennaio a ottobre, è però una contrazione dell’1,2%.
Anche l’export, come si è detto, non presenta risultati particolarmente brillanti: nel terzo trimestre si è accresciuto su base annua (in valore monetario) solo del 1,7% e del 2,2% nelle regioni settentrionali, dove si concentra per oltre il 70% del totale nazionale.
Tra le regioni più orientate ai mercati internazionali (con una quota almeno del 10%), solo l’Emilia Romagna ha conosciuto un incremento superiore alla media (+3,7%), mentre Veneto, Lombardia e Piemonte ne sono rimaste al di sotto, con incrementi compresi fra 1’1 e l’1,5%.
Il clima di fiducia delle imprese, sicuramente non irrilevante nelle decisioni di acquisire o meno nuovo personale, dal secondo trimestre 2013 al primo 2014 si era accresciuto di quasi 11 punti, ma nei trimestri successivi è rimasto praticamente stazionario e chiude l’anno sugli stessi livelli con cui aveva iniziato (rispetto ai quali anzi, nell’industria manifatturiera e nelle costruzioni si registra un calo di circa 2 punti).
Nell’ultimo trimestre infine, si abbassa, anche l’indice di fiducia dei consumatori, in altre parole della popolazione, che ha visto andare delusa l’aspettativa di un 2014 finalmente di svolta.