… nessuno è solo vittima o solo carnefice, nelle storie degli uomini, spesso si tratta soltanto di creature smarrite sulla terra, alla ricerca di un senso, dimenticate da qualche destino distratto, a volte sfiorate dall’orrore e dal disastro, ma mai nessuna perde totalmente la bellezza…

Start Press Edizioni DigitaliQuesto l’incipit della raccolta di racconti che Maria Teresa Antonarelli ha abilmente tessuto, supportata dalla sua profonda capacità di scavare nelle anime inquiete dei suoi personaggi. Esseri umani divisi. A volte scissi a volte dolcemente ingenui. Creature vinte, sospese nel tempo, o intrappolate nella loro stessa esistenza. Sul cui fragile capo il destino ha impresso la scure della morte o del tempo che passa inesorabile.

Novecento e altre storie è un compendio di umanità, la cui vicenda, immersa nella Storia tout court, si scioglie nelle tante piccole storie che si intersecano in un gioco narrativo raffinato e ben congeniato.

Racconti in cui il legame profondo fra i personaggi si svela gradatamente e dove l’abile intreccio si rivela solo nel finale. Perfetto negli equilibri e nel gioco delle parti e giocato su due piani narrativi interconnessi.

Tutti gli episodi sono racchiusi nella cornice di un secolo: il Novecento. Fra partenze, ritorni o approdi agognati e mai raggiunti in cui le miserie personali e le piccole redenzioni si mescolano con la stessa crudele bellezza che abita la vita di ogni creatura affacciata al mondo.

Storie di migranti che hanno gettato il loro sguardo su altre rive, lontane da quelle natie. E in questo ampio spettro di umanità c’è chi ha fatto fortuna e chi invece è finito negli abissi delle proprie speranze tradite. O chi non si arrende a una vita banale e cerca con disperazione gli sguardi e le carezze di qualcuno. La Antonarelli è volutamente impietosa con i suoi personaggi, eppure, i suoi racconti svelano le speranze sepolte sotto i piccoli e vili comportamenti quotidiani di ogni essere umano. È come se l’autrice volesse dirci che nel mare si può annegare ma si può anche emergere. E che il destino ha bisogno anche della nostra sincera partecipazione all’esistenza, per permettere di virare e guardare oltre l’orizzonte.

 

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